Questa disciplina sportiva affonda le sue origini molto lontano nel tempo, addirittura dai miti della tradizione greca. Filostrato, nel suo libro della “Ginnastica” affermava che il Pancrazio Athlima era lo sport più apprezzato al suo tempo.
Come dicevamo, le origini di tale disciplina vengono attinte dalla mitologia antica, dagli imponenti scontri di eroi come Ercole con il leone di Nemea e Teseo contro il terribile Minotauro dentro il labirinto costruito da Dedalo.
Secondo le fonti, la creazione vera e propria di questa attività atletica è da datarsi intorno al VII sec. a.C., durante le Olimpiadi organizzate in Grecia.
L’etimologia del nome riprende il termine “pankrates“, ovvero “onnipotente“: spia che ci indica una certa veemenza e violenza negli scontri che si combattevano nell’antichità.
Cosa tratteremo
Le regole del gioco e le tecniche utilizzate nell’antichità
Vista la violenza degli scontri, i giudici di gara erano in difficoltà nel riuscire a tenere un reale controllo. Rischi di danni gravi e permanenti nei confronti degli atleti erano all’ordine del giorno. Le uniche azioni considerate illegali erano quelle dell’infilare le dita negli occhi, nella bocca o nel naso, e quella di mordere il diretto avversario.
Era inoltre consentito storcere le gambe e le braccia, colpire in faccia e sul corpo l’avversario con dei pugni e anche arrivare a strangolarlo. Se uno dei partecipanti si ritrovava nell’impossibilità di proseguire l’incontro, doveva, secondo le regole, alzare il braccio e stendere l’indice, così da comunicare all’arbitro la propria resa. Altre fonti antiche affermano, invece, che il gesto dell’arrendersi poteva essere effettuato soltanto con un semplice colpetto sulla spalla dell’avversario vincitore.
Gli allenamenti venivano eseguiti con un semplice sacco di sabbia (l’antenato del nostro “punching ball”), chiamato dai greci “korykos”, con cui il lottatore provava le tecniche che poi avrebbe traferito sul campo da gioco.
Una delle strategie più utilizzate era quella di lasciarsi cadere sulla schiena per poter organizzare una difesa contro l’avversario che si gettava addosso al contendente, così da poterlo rovesciare a sua volta. Gli avversari potevano anche essere bloccati da dietro, sia tenendo loro le gambe che le braccia, proseguendo l’azione con strangolamenti o pugni.
Il Pancrazio Athlima oggi: una disciplina da riscoprire
Anche se non molto nota alle orecchie di tutti gli appassionati di sport, il Pancrazio viene praticato ancora oggigiorno. Con ufficialità è stato introdotto come disciplina riconosciuta dal “World Pangration Athlima Federation” nel 2002, con a capo il presidente Italo Morello, il quale attualmente riveste il ruolo di coordinatore del WPAC. Egli si occupa in sostanza della formazione del programma ufficiale del Pancrazio Athlima.
In realtà oggi non esiste una correlazione diretta tra la disciplina dell’Antica Grecia e lo sport che viene praticato modernamente. Infatti, la versione contemporanea risiede entro dei paletti molto più stretti, senza tutte quelle crudeltà che abbiamo visto in precedenza. L’obiettivo della Federazione Internazionale delle Lotte è quella di garantire un alto livello di sicurezza per tutti gli atleti, proprio come per le altre discipline “sorelle”, ossia del gruppo delle arti marziali.
I settori della disciplina moderna del Pancrazio Athlima
Pur con delle differenziazioni ulteriori e specifiche, in linea generale la suddivisione del Pancrazio Athlima è:
- Pancrazio Agon: una specie di combattimento senza limitazione di difesa e attacco, con una certa vicinanza a judo e karate;
- Palesmata: evidenziazione del lato storico di questa disciplina, richiamando lo scontro tra Plutone a Atlante ed è una difesa a due;
- Polydamas: è una difesa a quattro, dove tre atleti sono armati;
- Pancrazio Amyna: quest’ultima è da molti considerata la difesa personale più completa.