Noto per la sua forte immaginazione musicale, dalle performance musicali eccezionali, definito da molti come “il ritorno di J. S. Bach”, Glenn Gould era un musicista classico di fama internazionale.
Il suo genio musicale è rimasto impresso a chiunque l’abbia incontrato e continua a impressionare grazie alle innumerevoli registrazioni esistenti delle sue performance.
Cosa tratteremo
Glenn Gould: dal debutto all’uscita di scena
Glenn Gould nacque a Toronto il 25 settembre 1932. La sua era una famiglia di musicisti: suo padre era un violinista dilettante; sua madre – nonché sua unica insegnante fino all’età di 10 anni – suonava il pianoforte e l’organo.
La sua attitudine musicale è stata evidente sin dalla tenera età. Oltre ad avere l’orecchio assoluto, a tre anni era già in grado di leggere la musica; a cinque scriveva le sue prime composizioni. A 10 anni Gould inizia le sue lezioni al Royal Conservatory of Music di Toronto e a 12 vinse il trofeo per pianoforte nel festival annuale di musica di Kiwanis.
Fu ovviamente seguito da insegnanti eccelsi tra cui Alberto Guerriero, con cui proseguì le lezioni di piano fino al 1952, e Frederick C. Silvester, insegnate di organo. Risalgono al 1945 i suoi primi concerti pubblici con l’organo. L’anno successivo debutta già come solista al Royal Conservatory suonando il Quarto Concerto di Beethoven; quello dopo ancora suonò lo stesso concerto con la Toronto Symphony.
Nel 1950 inizia il suo grande rapporto con la radio e le registrazioni, dando il suo primo concerto radiofonico per la CBC. Seguono una serie di successi e di concerti in giro per il mondo, compresa la sua prima apparizione televisiva in America nel 1960. A soli 32 anni, il 10 aprile 1964, lascia improvvisamente le scene. Durante il concerto al Wilshire Ebell Theatre di Los Angeles suona sette brani per poi alzarsi, allontanarsi dal pianoforte e uscire.
Sarà l’ultima volta che Glenn Gould suonerà su un palco, davanti ad un pubblico. L’anno successivo si trasferisce in solitudine nel Canada del Nord per non fare più ritorno. Venti anni più tardi, il 4 ottobre 1982, il celebre pianista si spegne all’età di 50 anni. Nel frattempo, ha continuato a dedicarsi alle sue grandi passioni, tra cui la scrittura, la composizione, la radiodiffusione e la registrazione in studio.
Glenn Gould: genio e personalità dell’artista anticonformista
In tantissimi si sono interessati negli anni – oltre che al suo suono e al suo essere un pianista di fama internazionale – anche al “Gould persona”. Ancora più precisamente, al rapporto tra la sua personalità e la sua espressione musicale.
Il suo essere un’anima delicata e particolarmente fragile, lo hanno portato a risentire, con sempre più forza, della presenza del grande pubblico. Motivo per cui si rifugia nel mondo dello studio di registrazione (dall’incisione dei brani alla loro post-produzione), un mondo in cui si sente libero di esprimere sé stesso e la sua musica senza limitazioni e senza pressioni.
In parte, c’è chi ritiene proprio la sua strana personalità l’artefice del suo successo. Oltre ad una tecnica impeccabile, precisi erano anche gli strumenti e i rituali di tutto quel che lo riguardava. Era noto per i movimenti del corpo mentre suonava e per la sua insistenza nel seguire una precisa routine. Ad esempio, aveva una sedia speciale fatta da suo padre, per cui si rifiutava di suonare con qualsiasi altra sedia. Prima di ogni esecuzione faceva personalizzare insistentemente dai suoi tecnici la meccanica dello strumento perché fosse maniacalmente perfetto. Tutto l’anno indossava dei guanti spessi: non era solo per il freddo, ma anche per proteggersi da qualcosa di pericoloso quando toccava qualcosa o stringeva la mano a qualcuno.
Negli anni è stato definito un personaggio eccentrico, bizzarro, fortemente superstizioso, che non scendeva mai a compromessi: un genio anticonformista. Molti musicologi, negli anni, hanno per questo avanzato l’ipotesi che fosse affetto da autismo (da quella che oggi viene denominata Sindrome di Asperger).
Molto interessante, per chi volesse approfondire, è il film biografico del 1993 del regista François Girard. Il film ricostruisce le differenti sfaccettature della sua musica, del suo temperamento, della sua personalità, attraverso le sue esecuzioni, frammenti narrativi, testimonianze di chi ha avuto modo di incontrarlo in passato e vari testi autobiografici.