Viviamo in un’era tecnologicamente avanzata, dove l’essere connessi in ogni momento ci permette di accedere a tutte le informazioni desiderate in poco tempo. Nonostante ciò, i documenti cartacei, come le copie fotostatiche, vengono ancora largamente utilizzati da tante persone, perché il cartaceo è considerato ancora uno strumento utile.
Cosa tratteremo
Le copie fotostatiche: cosa sono?
A tante persone è capitato di aver necessità di una copia fotostatica di un documento, ma tuttavia, non si conosce il reale significato di essa. La copia fotostatica è una fotocopia totalmente conforme dell’originale a stampa o manoscritto.
Il termine fotostatica potrebbe apparire obsoleto, ma in realtà, è necessario continuare ad utilizzarlo, in quanto, oggi un documento può essere anche scannerizzato oltre che fotocopiato. Con il termine fotostatica, pertanto, si può intendere una copia del documento in questione, evitando di specificare se è stato scannerizzato e stampato o fotocopiato.
Il termine copia fotostatica viene utilizzato in particolar modo negli uffici pubblici e presso alcuni sportelli, infatti, in tutti gli altri contesti si parla semplicemente di copia. È difficile stabilire il valore legale di una copia fotostatica, in quanto, essa dipende dall’esistenza dei documenti originali e dalla presenza della conservazione sostitutiva.
Si evince, pertanto, che la fotocopia è utile solo qualora sia autenticata ed è in grado di sostituire il documento originale.
A cosa serve una copia fotostatica?
La copia fotostatica, in definitiva, serve solo quando è conforme all’originale e di conseguenza non sono state apportate modifiche ai dati originali, quali firme, dati sensibili o aggiunte con penne e pennarelli.
La fotocopia può essere fornita in carta semplice o autenticata, apponendo la data e la firma del proprietario. La copia fotostatica conforme all’originale, altresì, è l’unico documento fotocopiato che può essere preso in considerazione dagli enti competenti.
Rispetto al passato, oggi le pratiche da seguire sono molto più semplici, infatti, per esempio, se abbiamo bisogno della patente, è sufficiente che siamo in possesso della fotocopia della carta d’identità. Per renderla conforme all’originale, bisogna apporre la firma a mano, in questo modo le pratiche sono state rese molto più facili e veloci.
Lo stesso discorso vale, nel momento in cui richiediamo la tessera sanitaria, il codice fiscale o la carta d’identità. Ma come si può comprendere che la copia fotostatica sia autentica? Il compito spetta all’impiegato comunale, il quale, si deve assumere la responsabilità di una perizia calligrafica.
Nel momento in cui, la firma è diversa da quell’originale, è necessario presentare i documenti originali. Sul documento fotocopiato, pertanto, è possibile effettuare delle valutazioni tecniche con l’obbiettivo di determinare l’autenticità. Tali perizie vengono denominate grafologiche e sono utili a stabilire se sul documento o manoscritto sono presenti delle manomissioni.
In alcuni casi, come nei processi, la copia fotostatica, può costituire una prova a tutti gli effetti, qualora non venga contestata in modo chiaro ed è valida come un mezzo idoneo per introdurre una prova negli atti giuridici e processuali. La copia fotostatica di un documento, in definitiva, ha la stessa efficacia probatoria, se la conformità con l’originale non viene contestata in modo univoco dalla controparte.
L’importanza della copia fotostatica cartacea, è fuori discussione, nonostante l’era digitale, perché è un documento in grado di sostituire l’originale e può essere utile in qualsiasi momento per risolvere le situazioni più ostiche e disparate.