La mitologia ha da sempre affascinato l’essere umano sin dagli albori della sua storia: basti pensare, infatti, agli antichi greci che basavano il loro credo religioso sugli dei dell’Olimpo e su personaggi appartenenti ai più importanti miti che si tramandavano per secoli e secoli.
D’altronde, la mitologia non è mai stata altro che un tentativo dell’essere umano di dare una spiegazione quanto più logica possibile a tutto ciò che gli accadeva intorno, attribuendo un significato metaforico alle circostanze che caratterizzavano la sua vita o agli avvenimenti della sua società.
Questo è anche il caso di uno dei miti più affascinanti e celebri ancora oggi famosi, quello di Prometeo, il Titano amico dell’uomo. In questo breve ma interessante articolo, svisceriamo i dettagli su questa incredibile storia analizzando anche il significato intrinseco che possiede!
Cosa tratteremo
La storia di Prometeo
Innanzitutto, prima di immergerci nel mito vero e proprio, è opportuno chiarire il concetto di Titano: secondo la mitologia e la religione di stampo greco, i Titani non erano altro che i precursori dei loro dèi generati da Urano e Gea (rispettivamente il Cielo e la Terra).
Nello specifico, Prometeo (in greco Promethèus) era il figlio prediletto del dio Crono, dio del tempo secondo i greci; la sua peculiarità era sicuramente il dono della preveggenza nonché l’astuzia incredibile che possedeva.
Prometeo, però, non era l’unico figlio di Crono: egli, infatti, aveva 5 coppie di gemelli tra cui Epimeteo, il suo perfetto opposto dato che faceva della sua impulsività la sua caratteristica principale.
Grazie alle sue abilità, Prometeo fu ricompensato ricevendo in dono dalla dea Atena la possibilità di conferire agli esseri umani diverse buone qualità che avrebbero contribuito a formare delle personalità esemplari; tuttavia, il numero dei talenti da assegnare era limitato e Epimeteo lo sprecò malamente, non pianificando nulla e facendo sì che non ne rimanessero a sufficienza per tutti gli umani.
Dispiacendosi di quanto era accaduto, Prometeo pianificò di saccheggiare il bottino dello scrigno appartenente alla Dea della Saggezza, ovvero l’intelligenza e la memoria, che provvide subito a consegnare agli umani.
Zeus, però, avendo notato l’insano gesto di Prometeo decise di riparare al suo errore distruggendo i due doni che il Titano aveva rubato, reputandoli troppo preziosi per gli umani. La contro-risposta di Prometeo non tardò ad arrivare: in un usuale incontro di convivialità e di festeggiamenti tra dei e umani, fu recapitato un toro destinato ad essere diviso tra i due gruppi di presenti.
Zeus affidò tale incarico a Prometeo che, spinto ancora una volta dal suo animo buono e dal grande rispetto che nutriva nei confronti degli esseri umani, decise di donare le parti più deliziose dell’animale agli umani nascondendole sotto un ammasso di pelle, mentre diede le ossa agli dèi celandole sotto degli strati di grasso attraente.
Ovviamente Zeus, letteralmente ammaliato dall’apparenza che quel grasso possedeva, scelse subito la parte secondo lui più preziosa dell’animale, non sapendo che sotto di essa si celavano delle semplici ossa.
Il finale del mito di Prometeo
L’ira di Zeus, però, venne fuori non appena scoprì l’inganno architettato per lui e decise immediatamente di vendicarsi contro gli esseri umani portandoli a scartare le parti non commestibili degli animali che mangiavano a favore della loro carne, scambiando tutto ciò con la loro mortalità.
Non solo, la collera del Signore degli dèi non era ancora finita: per questo, egli decise di togliere il fuoco e il suo calore al genere umano lasciandoli nelle tenebre più fitte. Non ancora contento, Zeus commissionò ad Efesto la creazione di una donna stupenda, Pandora, inviandola ad Epimeteo; tuttavia, egli la rifiutò dietro consiglio del fratello.
Infine, scatenò la sua vendetta contro Prometeo legandolo sulla cima di un monte dove un’aquila, ogni giorno, gli sventrava il ventre per mangiargli gradualmente il fegato, sapendo benissimo che il Titano era immortale e che tutto ciò gli avrebbe meramente provocato un supplizio atroce.
Nel mentre, Pandora aprì per curiosità un vaso nel quale Prometeo aveva rinchiuso i mali dell’uomo, come la tristezza, le malattie e la morte, i quali si sparsero tra il genere umano.
Alla fine di circa 3000 anni, Prometeo fu liberato da Ercole.
La morale del mito di Prometeo
Dietro gli antichi miti potrebbero celarsi diversi significati in base al modo in cui li vediamo.
Uno dei più celebri legati a quello di Prometeo riguarda la ribellione dell’uomo alle regole imposte da Dio perché spinto dalla sua curiosità.
In alternativa, si potrebbe essere portati a pensare che Prometeo rappresenta tutti coloro che ancora oggi si sforzano di fare azioni buone per il prossimo. Insomma, qualunque sia il vero significato, il mito di Prometeo rimarrà senza dubbio scolpito nella storia e tramandato per sempre!