Il Naturalismo e il Verismo fanno parte della corrente di pensiero legata al realismo: ogni cosa aspira ad essere rappresentata nella realtà, così come viene percepita dai nostri sensi.
Anche la letteratura, dunque, secondo queste correnti di pensiero, deve necessariamente essere specchio della realtà.
Da queste basi, è facile arrivare alla conclusione che Verismo e Naturalismo abbiano molte analogie: andiamo ad analizzarli nel dettaglio.
La prima considerazione da fare si basa sulle loro differenti origini. Il Naturalismo nasce come movimento letterario in Francia nel 1865 e il suo fondatore fu Emile Zola, giornalista e scrittore francese; altri illustri precursori furono Guy de Mauppasant e Flaubert.
Circa 10 anni dopo in Italia, e precisamente nel 1878, nasce un movimento apparentemente analogo, conosciuto col nome di Verismo e il cui massimo esponente fu Giovanni Verga.
Anche se entrambi i movimenti si basano su convinzioni abbastanza comuni, molte sono le differenze che li hanno contrapposti nel corso degli anni.
Cosa tratteremo
Naturalismo e Verismo: aspetti in comune
Entrambi i movimenti letterari di fine ‘800 si sono basati sulle ideologie del materialismo e dell’antiromaticismo: la letteratura romantica, infatti, non è più contemplata in quanto è basata su una mera fantasia e su pensieri sentimentali che si discostano troppo dal rigore della realtà oggettiva.
La narrazione, dunque, sia per il Naturalismo che per il Verismo, deve essere impersonale. Il principale compito dello scrittore, infatti, è quello di rappresentare una voce narrante distaccata e oggettiva, il tutto corredato una rigorosa neutralità.
L’autore, per entrambe le correnti, non deve mai intervenire nel corso della narrazione, né esprimere il proprio parere circa gli argomenti trattati, limitandosi prettamente a fornire il punto di vista dei personaggi. Gli sviluppi delle vicende, quindi, sembrano evolversi in maniera automatica.
L’autore, inoltre, avvalendosi del discorso indiretto libero, permette di fare suo il punto di vista dei protagonisti, rappresentando quelli che sono i loro pensieri e dove le vicissitudini sono sempre legate agli spaccati della vita quotidiana e della realtà contemporanea.
Differenze principali tra Naturalismo e Verismo
Anche se sostanzialmente queste due correnti letterarie sembrano avere molte analogie, i punti in cui si differenziano le rendono due scuole di pensiero ben distinte e separate.
Se nel Naturalismo lo scrittore rappresenta la vera voce narrante che tenta sempre di rimanere distaccato e oggettivo, nel Verismo egli si nasconde completamente e lascia che le vicissitudini dei personaggi si evolvano da sole.
Solitamente, l’ambiente che dà sfondo alle vicende è per i naturalisti francesi quello urbano, in cui la borghesia e il proletariato dominano la scena, mentre per il verismo si utilizza sempre un ambiente contadino e la narrazione non diventa mai eccessivamente distaccata, bensì è il risultato della rappresentazione umana e terrena.
I naturalisti, infatti, tendono ad elargire un’analisi più sociologica, fredda e scientifica delle vicende narrate. La realtà che rappresentano è sempre dominata da un forte sviluppo economico, mentre il verismo italiano ha posto maggiormente l’accento sull’arretratezza economica e culturale, specie nel sud Italia.
La scienza e del linguaggio: due visioni differenti
Anche l’atteggiamento nei confronti della scienza è assai diverso nei due movimenti letterari. Se per i naturalisti francesi essa è oggetto di ottimismo, soprattutto in termini di fiducia nel progresso e nell’evoluzione industriale e urbana, i veristi tendono ad avere una visione più pessimistica a tal riguardo.
Per loro i processi di modernizzazione non fanno altro che portare a un drastico peggioramento delle condizioni di vita dei ceti inferiori. Chi cerca di progredire, secondo le loro teorie, rimane schiacciato dal progresso e di conseguenza dimenticato. Pertanto, secondo il Verismo italiano, è meglio propendere per ideali conservatori.
Infine, altre differenze che hanno segnato le due correnti letterarie sono rappresentate dal diverso tipo di linguaggio adottato nelle opere. Il Naturalismo propende a utilizzare un linguaggio semplice ma, allo stesso tempo, preciso e corretto, evitando ogni forma di dialetto o di gergo, mentre per il Verismo il dialogo deve essere naturale e spontaneo ed essere fedele all’origine e alla derivazione culturale dei personaggi.