Umanesimo e Rinascimento sono le due correnti letterarie, storiche e filosofiche che si sono susseguite nel ‘400 e nel ‘500, il cui confine si attribuisce alla morte di Lorenzo De Medici nel 1492. Il centro della civiltà dell’Umanesimo e rinascimentale è Firenze, in Italia, ma si estende a tutte le culture dell’Europa occidentale.
Umanesimo e Rinascimento hanno un forte legame in quanto il primo è considerato in qualità di cultura del periodo rinascimentale, sottolineando il momento ideologico e culturale, mentre il Rinascimento alla complessiva civiltà con i suoi usi e costumi. Per molti tratti, i due concetti sono quasi analoghi, ma con differenze poi sostanziali.
Cosa tratteremo
L’Umanesimo: l’impegno nella dimensione civile dell’uomo
L’Umanesimo fu quel movimento che condusse ad un completo rinnovamento in ambito culturale, sociale, artistico e politico che si contrapponeva radicalmente all’epoca buia medievale. Durante tutto il Quattrocento, l’Umanesimo ebbe il grande merito di porre di nuovo al centro la capacità razionale dell’uomo, caratterizzato da un profondo senso religioso e cristiano.
Il suo elemento fondante fu la riscoperta della cultura greco- romana e l’osservazione circa la capacità dell’uomo attuale di agire nella vita politica e sociale, attraverso l’imitazione e l’impegno nello studio, elementi in contrasto con le dinamiche medioevali.
La parola Umanesimo ritrova la sua etimologia in humane litterae, ossia l’insieme di tutte le discipline letterarie, filosofiche, artistiche che per secoli erano rimaste sepolte nei monasteri. Tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento lo studio delle letterature greche e latine diviene rivendicazione dei diritti dell’uomo naturale, resa possibile dalla presenza di molte università e biblioteche.
I principali esponenti dell’Umanesimo
Francesco Petrarca viene considerato il padre dell’Umanesimo, uno studioso di legge che, nel Trecento, entrò in contatto con le Epistole di Cicerone, scritte tra il 68 e il 43 a.C., di cui tentò una riscoperta del mondo antico. Poggio Braggiolini fu colui che ne proseguì il lavoro nel Quattrocento con il ritrovamento dei testi del filosofo e poeta romano Lucrezio, che visse tra il 94 e il 50 a.C. Fu Lorenzo Valla ad avviare poco dopo un’indagine critica circa l’autenticità dei testi, per poi giungere alla filologia, ossia la corretta comprensione dei testi antichi attraverso i principi della nuova scienza.
Secondo i principi dell’Umanesimo, l’educazione dell’uomo doveva mirare all’impegno nella dimensione civile; per tale motivo, vennero istituite molte scuole che avevano come obiettivo l’equilibrio in tutte le attività umane. Una volta terminata la formazione, l’uomo doveva impegnarsi con virtù nella vita politica e civile, mettendo sempre al centro la religione cristiana.
l rappresentante per eccellenza dell’Umanesimo cristiano fu Erasmo da Rotterdam, un viaggiatore olandese che sosteneva la lettura della Bibbia. Caratteristica dell’Umanesimo fu l’invenzione della stampa a caratteri mobili, grande innovazione per la propagazione degli ideali di quel tempo, di cui la Bibbia in lingua latina fu il primo libro stampato.
Rinascimento, il fermento culturale e artistico
Il Rinascimento può essere definito come un periodo di grande fermento intellettuale che considera la vita dell’uomo e il suo destino unicamente realizzabile nella vita terrena, dall’uomo stesso, ponendo di fatto la persona umana al centro dell’universo e contrapponendosi alla visione teocentrica, che vede Dio al centro del destino umano.
Rinasceva letteralmente una nuova cultura che si ispirava allo spirito degli antichi e i poli ideologici fondamentali del Rinascimento sono due: il primo asserisce che l’uomo è l’unico artefice del suo destino, il secondo è che l’uomo è dominatore della natura.
In tutta l’Italia centrale, in città come Firenze, Milano e Venezia, si alimentavano conquiste culturali rinascimentali a causa della grande espansione economica e commerciale di quel periodo. Gli storici rinascimentali condannavano il Medioevo e svilupparono una visione laica del tempo, distaccandosi di fatto anche dall’Umanesimo, ancora profondamente legato alla visione cristiana.
È nel Rinascimento che emerge il classicismo, nato dall’ammirazione per gli antichi, sviluppatasi in modo originale considerando l’arte greco-romana un modello da imitare, con i suoi ideali di armonia, di bellezza e di proporzione. In campo letterario vennero ripresi generi di antiche origini, come la tragedia, il poema epico e, successivamente, anche la commedia, secondo una personale rivisitazione.
L’arte del Rinascimento si ispira alla natura, ne imita i tratti, l’ordine indiscusso e la sua unità, mentre la musica acquisì un profondo significato interiore e spirituale. Alcune figure di spicco dell’arte rinascimentale furono Michelangelo Buonarroti e Raffaello.
Pico della Mirandola fu tra i primi a suggerire l’idea di non fermarsi all’apprendimento e al recupero degli ideali antichi e ai libri per la comprensione del mondo, bensì di ricorrere alle cose naturali, concetto che anticipava la rivoluzione scientifica, applicata poi dal padre della scienza moderna, Galileo Galilei.